Volano gli stracci nel Movimento Cinque Stelle davanti al flop delle elezioni amministrative. E, pur lenito dalle rassicurazioni di Grillo, su Facebook si erge il tormentone: “è tutta colpa del nostro scarso radicamento sul territorio” .
Già, ma perché mai un Movimento fondato nel 2009, che ha raccolto 7,4 milioni di voti e più di cento parlamentari, continua a non essere “radicato sul territorio”? Per la sua autoreferenzialità? O per l’inesistente organizzazione democratica interna? Né l’una né l’altra, perché entrambe discendono dalla scelta di anteporre ad una precisa linea politica un perenne marketing elettorale che costringe a cambiare continuamente posizione nella pretesa di trasformare in consenso i continui (e variabili) mugugni del Paese. Non serve, quindi, a Grillo un Movimento degno di questo nome (con precise strutture e, perciò capace di rapportarsi con altri movimenti di lotta) ma gli basta una folla di fedeli tenuti a bada dai suoi anonimi servi (il famigerato “Staff”) e qualche esponente da mandare in TV.
E in mancanza di un Movimento degno di questo nome, visto che qualcuno bisogna pur candidare, pare che, per le imminenti elezioni politiche, Grillo&Casaleggio (figlio) abbiano deciso di puntare tutto sui “nomi di richiamo” (Gino Strada, Milena Gabanelli…). Più o meno la stessa scelta fatta, anni fa, dal PD e che, al massimo, garantirà al Movimento Cinque Stelle qualche voto in più. Insomma una scelta meramente elettoralistica. Ben altre sarebbero le soluzioni. Le avevo già suggerite qui, qui , qui… Non è il caso di ripetermi.
Francesco Santoianni